Il Piano delle Cinquemiglia nel diario di viaggio di Serafino Razzi

di Acque Sacre

Il padre domenicano Serafino Razzi (1531-1611) così descrisse il Piano delle Cinquemiglia: 

[…] arrivammo al nominato Piano delle cinque miglia, e cotanto pericoloso nello inverno, e ne i tempi cattivi. È questa una vallata piana di cinque miglia, onde ha ricavato il nome, serrata e cinta fra altissimi colli, in cima di una alta montagna, di larghezza in certi luoghi di un miglio, et in alcuni di meno, onde tien forma di un catino vuoto. E serrandovisi dentro ne i tempi cattivi le nevi, le pioggie e i venti, co’ tanta furia, impeto e forza si vanno per quella avolgendo, che ciascheduno anno ci restano suffocate molte persone. Et una volta, come scrive Monsignor Paolo Giovio, nel tempo delle guerre di Napoli ci perirono gran numero di soldati (circuite 300 milites periere). Ci furono già edificati cinque Torrioni, per ogni miglio uno, accioché in quelli trovassero ne i cattivi tempi i viandanti da ricoverarsi. E perciò ancora furono edificate due Terre all’entrata di essa valle, acciò il prudente viandante, veggendo turbato il tempo possa in quelle fermare, e non si metterà a pericolo. Nel tempo però dell’estate non è pericolosa, anzi dilettevole assai essendo tutta piana fresca e piena di praterie, se già non occorresse qualche horribile temporale.

 

Serafino Razzi, La vita in Abruzzo nel Cinquecento. Diario di un viaggio in Abruzzo negli anni 1544-1577, Cerchio, Adelmo Polla Editore ristampa 1968 p. 122.