La Festa
- di Rita Pasquali
Si allega un breve articolo della studiosa Rita Pasquali sul significato che la festa ha avuto nel corso dei millenni.
Foto: Sant'ippolito Corfinio (scatto di Antonio Corrado)
Si allega un breve articolo della studiosa Rita Pasquali sul significato che la festa ha avuto nel corso dei millenni.
Foto: Sant'ippolito Corfinio (scatto di Antonio Corrado)
Riportiamo la versione integrale del racconto di Domenico Ciampoli, Trecce Nere, tratta dall'omonima raccolta.
Trecce nere è la storia di un amore non corrisposto, di un matrimonio forzato, come era costume un tempo, tra il carbonaio Sante Iori e Mariuccia di Canzano, una giovane con gli occhi e le trecce neri «come le more dei rovi della Maiella o come i carboni delle fornaci» di cui il giovane era proprietario. Scritto secondo i canoni della narrazione orale incolta, il lettore viene trascinato nella triste vicenda di una giovane donna che nulla può per evitare un matrimonio riparatore di una violenza subita. La drammaticità della storia, la denuncia che lo stesso Ciampoli vuole fare delle condizioni di povertà dei contadini abruzzesi vengono ad essere stemperati dalla bellezza delle descrizioni paesaggistiche, da un uso a volte ironico degli strumenti linguistici a cui l'autore ricorre nei momenti di maggior tensione:
«Ora le si erano sciolte le trecce pesanti e in quella scorazzata le battevano le anche, si scarmigliavano al vento, ondeggiavano come la criniera d’una puledra selvaggia. A quella vista Sante Iori sentì novello fuoco corrergli dal cuore alla testa: le trecce, quelle trecce nere che l’avevano stregato erano là, innanzi a lui, e si movevano quasi invitandolo a toccarle; diè in salti terribili, in urli spaventosi; un orso a cui avessero rapito i figli sarebbe stato meno tremendo.»
Per scaricare il racconto Trecce nere
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Alla Madonna dei Miracoli di Casalbordino si erano recati i nostri giovani sposi in La strega, una novella di Domenico Ciampoli che raccoglie un mix di tradizioni e usi della "povera gente". Nonostante il finale, fa sorridere leggere come Graziella e Donato Cece si siano ben adoperati nell'applicare tutti i "consigli" raccolti in Usi e costumi abruzzesi del demologo Antonio De Nino amico, almeno dal 1874, del Ciampoli che assieme collaborarono alla Gazzetta di Sulmona.
I nostri giovani sposi le avevano provate tutte per avere un bambino: «avevano piantato un bravo corno di bue con la fettuccia rossa sul comignolo della capanna contro la iettatura; avevano fatto dire messe e litanie a sant’Anna benedetta; s’erano inzuppati di rugiada nella notte di S. Giovanni; ma egli era stato come domandar pomi ad un olmo. Alla fine, disperando della grazia dei santi paesani, se n’erano andati a piedi scalzi e a ventre vuoto dalla Madonna de’ Miracoli in Casalbordino....dove s’erano trascinati fino all’altar maggiore con le ginocchia nude e la lingua per terra, senza riprender fiato. Tornarono al villaggio più morti che vivi, ma finsero i bravacci, e parevano non toccar la terra co’ piedi dalla contentezza: oramai mettessero la lingua alla cicuta le comari, ch’essi avrebbero un figliuolo da far gola a tutte; vedrebbero fra qualche mese come crepa l’invidia e come la terra grassa dà buon grano».
E quando finalmente Graziella rimase incinta, per un intervento che di divino aveva ben poco, ecco altri rimedi: «stesse bene attenta ora, che la fortuna era venuta di passo e la disgrazia poteva venir di galoppo; facesse la faccia tosta di chiedere una briciola di ogni cosa che vedesse mangiare, se no, il bambino verrebbe con le voglie, e per chi negasse quella carità fiorita, si raccomandasse a Santa Lucia per l’orzaiolo; non si sedesse mai sulla pietra nuda, chè la creatura soffrirebbe poi della terzana; né desse calci ad asini od a porci, chè il fantolino avrebbe il raglio dell’uno ed il grugnire dell’altro; sopra tutto non si ponesse le mani a croce sul ventre, chè lo farebbe morto».
Ma i "buoni consigli" ci accompagnano in ogni momento della vita. Una volta nato il bimbo, le comari «badavano piuttosto che la puerpera avesse latte; doveva averne senza dubbio perché ogni anno alla festa di Sant’Agata ella si era bagnata il seno nell’acqua della fonte benedetta; e poi, avendone poco, è presto fatto a farlo sgorgare a zampilli; basta applicarle sulla schiena una cotica di maiale, cuocerla e fargliela mangiare; badasse intanto a non far cadere goccia di latte nel fuoco, e a non avere in casa gatte o cagne figliate, che per niente le si essicherebbe il seno».
I guai tra i due giovani erano nati per l'intervento della strega del villaggio il giorno stesso del loro matrimonio, ed anche dopo la nascita del figlio non ha nessuna intenzione di mettersi da parte. I due poveri genitori iniziano a vedere il piccolo dimagrire a vista d' occhio La Strega succia il sangue, a questo punto deve intervenire il padre: « bisognava afferrare la strega, bisognava fare le sette nottate, vale a dire vegliare sette notti per coglierla alla fine. D’allora non ebbe che questa sola idea, e si messe con tutta segretezza a preparare il gran colpo. Bisognava prima di tutto confessarsi e comunicarsi, poi bagnare la punta del bastone nell’acqua benedetta dove non avesse posto il dito alcuna donna. Non rivelare il segreto ad anima nata e tanto meno alla moglie; non rientrare mai in casa durante la veglia; aspettarla pazientemente ogni notte, ed anche vedendola non toccarla che alla settima; se no, ella gli sguscierebbe di mano come un’ombra e tornerebbe più terribile: alla settima notte, uccidere un cane o un gatto e metterne la carogna a traverso la porta perché ella prima di entrare dovendo contare tutti i peli della bestia, darebbe agio a lui d’accopparla».
Ma se la Strega non fosse la strega, ....a voi il piacere di scoprirlo ....
Per scaricare il racconto La strega
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"Questa povera casa ci narra uno de’ belli esempi d’amor fraterno, e ci ammaestra che nelle sventure bisogna essere coraggiosi e forti. Che cosa è la vita? È un’alterna vicenda di bene e di male. L’anima combatte sempre, ora contro se stessa, ora contro gli altri; e non ha posa mai, perché aspira ad un eterno vero, contro cui s’erge gigante il falso, che avvelena l’esistenza".
E' l'ultimo dei racconti di cui si compone Fiori di monte; forse il più bello del volume, una storia a lieto fine che tende a "illuminare e perfezionare un popolo". Come negli altri racconti vi ritroviamo le espressioni della saggezza popolare: "Femmine e galline per girellar troppo si perdono"; "il bene non dura sempre, come il maggio non dura sette mesi"; "gli spaventi son peggio de’mali" e, ancora, "se ci tolgono la roba, ci restano le braccia e Dio!"
Il racconto è scaricabile nella versione pdf cliccando su La casa bruciata
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La Maggiorana di Domenico Ciampoli
P
E' il primo dei cinque racconti che apre la raccolta Fiori di Monte. Durante un soggiorno a Campo di Giove, già luogo di convegno delle nobili famiglie che preferiscono il "quieto vivere del villaggio e le brezze montanine alle feste dei bagni in Viareggio o del Lido, ed alle molli aure del mare", Domenico Ciampoli viene a conoscenza di una serie di sciagure capitate a una ricca famiglia ...perchè i guai "son come le ciriege; ne prendi una e ne vengono su dieci" .
Per scaricare il racconto in versione pdf clicca su Storia di una croce
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Foto: gentile concessione archivio fotografico della pagina Facebook: Memories: officina dei ricordi e delle immagini
Prefazione al volume Fiori di Monte di Domenico Ciampoli edito nel 1878
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La notte di San Giovanni in La Mietitrice di Domenico Ciampoli
La Mietitrice di Domenico Ciampoli
Sylvanus da Trecce Nere di Domenico Ciampoli
Con la festa di San Giovanni inizia la mietitura e nella calura del solleone si consuma l'amore tra due giovani Naccio e Moraiuola, un amore clandestino dietro al quale si nasconde un grande segreto.
Ripercorriamo in loro compagnia l'Abruzzo di fine Ottocento, il lavoro nei campi e le delusioni della vita invecchiano anzitempo la mamma di Moraioula, diventa la strega, la fattucchiera che prepara filtri amorosi.... Maria Grazia, la donna che Naccio ha sposato per rispettare una promessa matrimoniale fatta dalle famiglie quando erano bambini, è disperata... se la Moraiuola muore va a ringraziare la Madonna de’ miracoli strisciando con la lingua tre volte la lunghezza della chiesa .... ma sperando anche nel diavolo gli promette l’anima a prezzo della morte della rivale, "lo aveva evocato sette volte a lume spento e a cielo aperto ma inutilmente"....
Ripercorriamo l'Abruzzo di un tempo, potremmo volgere uno sguardo più consapevole alle capanne dirute, ai terreni abbandonati, alle case di pietra arroccate l’una sull’altra, strettamente abbracciate tra loro, chiuse per difendersi vicendevolmente...
Il racconto può essere scaricato nella sua versione integrale La Mietitrice di Domenico Ciampoli
Alcune note biografiche su Domenico Ciampoli
https://www.acquesacre.it/index.php/it/47-ultime-news/207-la-maggiorana-di-domenico-ciampoli
La Maggiorana
https://www.acquesacre.it/index.php/it/libri/racconti/192-la-maggiorana
Trecce Nere
https://www.acquesacre.it/index.php/it/47-ultime-news/215-trecce-nere-di-domenico-ciampoli
Il lavoro delle donne in montagna
https://www.acquesacre.it/index.php/it/libri/brani/214-trecce-nere
Sylvanus
https://www.acquesacre.it/index.php/it/libri/racconti/219-sylvanus-di-domenico-ciampoli
Può il culto delle acque sacre costituire un input aggiuntivo allo sviluppo turistico? e quali criteri possono essere adottati per potenziare l'offerta turistica locale evitando la semplice banalizzazione dei riti? ma, anzitutto, cosa si intende per Acque Sacre?
Sono questi alcuni interrogativi a cui si è cercato di dare una risposta nell'articolo allegato.
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