Leggende teatine sulla Chiesa della Madonna delle Grazie

di Silvia Scorrano

La piccola chiesa a pianta rettangolare della Madonna delle Grazie a prima vista può lasciare indifferente il passante,  ma come tanti luoghi è impreziosita da racconti leggendari.

Francesco Verlengia, nel 1964, riporta di un'antica leggenda sulla fondazione della chiesa : 

 

In tempi assai lontani, a poca distanza da Chieti, fuori porta Pescara, lungo la via che scende dalla città e mena al Tricalle, sorgeva un'edicola, nella quale era dipinta un'immagine della Madonna col Bambino. Un giorno, dopo una pioggia dirotta, che aveva lasciato ovunque fango e acquitrini, passava per quella via un carrettiere col suo carro, ma il carro giunto presso l'edicola, s'infossò tanto da perdere quasi ogni possibilità di uscita. Il carrettiere spronò più volte, invano, i suoi cavalli, poi, spazientito, pieno d'ira, raccolse un sasso e lo scagliò contro l'immagine della Madonna, che aveva di fronte; e l'immagine, colpita sul viso, rimase sfregiata, mentre dallo sfregio cominciò a sgorgare sangue vivo. Il carrettiere si fermò a guardare tutto sbigottito ma, sull'istante, sotto di lui si formò un gorgo, che lentamente lo inghiottì con tutto il carro e i cavalli. Era il 2 luglio. 
Dopo il fatto, molta gente accorse sul posto; l'immagine fu coperta di doni, mentre l'edicola venne, a mano a mano, ingrandita sino a divenire una chiesa; e alle Madonne furono dedicate due feste annuali, l'una ricorrente il 2 luglio e l'altra il martedì di Pasqua. La breve zona di terreno, ove il carrettiere si sprofondò, nonostante il forte pendio della strada, presenta ancora oggi un leggero ripiano, e il 2 luglio di ogni anno, dal fondo della terra, riecheggiano i rumori del carro inabissato e le bestemmie del carrettiere, che sprona sempre invano i suoi cavalli.       

La leggenda, che richiama quella dei trebbiatori di Raiano, fu trascritta per la prima volta da Girolamo Nicolino nella Historia della città di Chieti del 1657, pp. 264-265: 

Nel rione di Terranova alla porta di Pescara fuor della Città di Chieti, vi è vicino di essa le devuota Chiesa di S. Maria delle Gratie, scolpita in una pietra di marmo, la quale anticamente stava a man dritta dove al presente sta la porta della Chiesa, sopra d'un Arco vicino la strada, un giorno passando di là un malvagio mulattiero, e per disgratia cadedoli in terra il suo mulo per isdegno di ciò, pigliò una pietra (hò fiero, e crudele cuor di uomo) menandola verso della sacratissima Imagine, la colpì nella fronte, onde uscì subito sangue, che fino al giorno d'oggi vi si vede, segnato anche, e nel collo, e nella veste; l'Infelice sacrilego mulattiero al passar del fiume della Pescara restò col mulo sommerso, ne più fu visto. Questo miracolo (per quanto si dice comunemente da tutti) sarà da cento anni in circa occorso, e del contiguo segue a far miracoli stupendi, però nell'anno 1624 gli fu fatta una bella chiesa da Gio: Andrea Scarcia di Chieti, nel cui anno la pietra della Madonna Santissima fu dall'Arco levata, e collocata sopra dell'altare , nel luogo, ove al presente si vede, dalla felice memoria di Maesilio Peruzzi Arcivescovo, accompagnato dal clero processionale. Si celebra la sua festa nel terzo giorno di Pentecoste, con molto concordo di gente. 

 

 Francesco Verlengia, Tradizioni sacre teatine: la Madonna delle  Grazie, in Rivista Abruzzese, 1964, pp. 110-113.

Girolamo Nicolino, Historia della città di Chieti , Napoli, 1657.

Foto storica: Gentile concessione della pagina Facebook "Memories: officina dei ricordi e delle immagini"