La Sartina di Maria Antonietta Bafile
- di Acque Sacre
Corre l’anno 1937…tanti anni fa.
Maria Pia è una giovane sartina di sedici anni, orfana di padre, vive con la madre e i suoi due fratelli in una modestissima casa di due stanze e fratelli. Il maggiore, Alfonsino, di diciotto anni, convive da due anni con una pericolosa tubercolosi e per questo non riesce più a trovare lavoro. Guglielmino, di quattordici anni, lavora come muratore, quando capita. Mamma Donatella si arrangia come può, lavando i panni ai “signori”, ma i lavori delle donne e dei ragazzini sono malpagati e riescono a malappena a far fronte alle più elementari necessità della famiglia.
Maria Pia è una brava sartina, ma la sua macchina da cucire, lasciatale in eredità dalla nonna prima di morire, è troppo vecchia e non funziona più…
Sono diversi giorni che un’idea le si affaccia nella mente…finché quel 30 giugno prende coraggio, va dalla sua vicina e si fa prestare una penna e un calamaio, e dalla signora Giacinta, la tabaccaia, un foglio e una busta…
“ Eccellenza,
io sono una Sulmontina di 16 anni, orfana di padre da tanti anni … Da allora io e la mia mamma siamo le sole in grado di lavorare, con il mio fratello minore Guglielmino di 14 anni che fa il manovale come muratore. Alfonsino, il fratello maggiore di 18 anni da due anni non riesce a trovare lavoro a causa di una brutta tubercolosi … Si sa, i lavori delle donne e dei ragazzi sono sottopagati …
Io sono una giovane sartina e mi chiamo Maria Pia. Fino all'anno scorso lavoravo con la mia macchina da cucire lasciatami da mia nonna … ma essa era già vecchia e consumata e si è rotta più volte … e adesso non è più riparabile … La mia amica Concettina per un periodo mi ha prestato la sua, ma la macchina serve anche a lei, anche lei è orfana e di entrambi i genitori morti di tisi e deve mandare avanti la casa con gli anziani nonni ciechi e i suoi cinque fratellini …
Ora non so più risolvermi …
Per questo, oh Grande Duce, mi azzardo a fare appello alla Sua magnanimità, non disperando in una Sua benevola considerazione. Ho tanta fede in Sua Eccellenza e perciò ardisco a sperare di poter essere un numero di più alle Sue beneficate incontabili.
Con la più profonda gratitudine e devozione pregherò tanto per la Sua gloria e che Dio La preservi da ogni male.
Sua umilissima
Maria Pia “
… Ma dove spedire la lettera?
Maria Pia corre trafelata dal parroco, Don Fernando …Don Fernando legge la lettera e guarda questa coraggiosa e giovane sartina. Conosce bene la sua famiglia: nonostante i gravi problemi, sono sempre presenti alla Messa Domenicale …
– Non ti preoccupare Maria Pia, penserò io a spedire la tua lettera al giusto indirizzo… Abbi fede e prega –
Maria Pia gli bacia le mani e fiduciosa torna a casa.
Passano i giorni … passa un mese.
E’ l’alba quando bussano alla porta … tutti si alzano …
Davanti a loro il Podestà con due funzionari e un grande pacco …
– Questo da parte del nostro amato Padre della Patria, Sommo Benefattore, il Grande Duce Benito Mussolini –
I funzionari con il Podestà entrano in casa e aprono il pacco … Merviglia! Una fiammante, nuovissima di fabbrica “SINGER”, accompagnata da un biglietto …
“ Cara Maria Pia, piccola grande figlia della Nostra Amata Italia, con l’augurio di prosperità e tanta fortuna.
Il Vostro Duce
Benito Mussolini “
Sapete i primi lavori che esegue con la nuova “SINGER” la piccola Maria Pia? Una sciarpa ricamata per il Duce e uno scialle ricamato per Donna Rachele … Sempre tramite Don Fernando, anche questi giungono a destinazione.
Quindici giorni dopo una macchina si ferma davanti alla povera casa e, con il Podestà e i suoi due funzionari, scende anche un signore molto distinto … E’ il primario di un illustre sanatorio privato del Nord, dove vanno a curarsi “ i signori”, “la gente che conta”.
– Per la magnanimità del Nostro Amato Duce, sono venuto a prendere suo fratello Alfonsino per curarlo nella mia clinica –
Mamma Donatella e Maria Pia si inginocchiano ai piedi dell’illustre medico …
– Non è me che dovete ringraziare, ma il nostro Padre della Patria, il nostro amato Duce … E adesso vostro fratello Alfonsino verrà con me –
La mamma e Maria Pia mettono le poche cose di Alfonsino in una vecchia e piccola valigia di cartone, lo abbracciano e lo salutano finché la macchina non scompare.
Pochi giorni dopo Don Fernando bussa alla loro porta …
– Sapete? E’ venuto a trovarmi Gilberto Capodicasa, il maestro di scuola di Guglielmino, e parlando del più e del meno abbiamo parlato anche di voi e della vostra storia. Il maestro Gilberto mi ha detto che Guglielmino era un alunno molto intelligente e studioso e gli dispiacque tanto quando si ritirò…Che dite se gli facciamo riprendere gli studi? Ho già parlato con il Vescovo ed è d’accordo…Lo facciamo entrare in Seminario così può riprendere a studiare –
… E così Guglielmino entra in Seminario.
La vita prende a scorrere nel modo giusto per Maria Pia e la sua mamma … Gli affari vanno bene … sempre più “signore” della buona società si rivolgono alla giovane sartina …
∗∗∗∗∗∗
–… Ma i venti di guerra si diffusero nel mondo…e sconvolsero il corso della storia, con le conseguenze che tutti conosciamo: la sconfitta e la caduta del Fascismo … e quella del Duce … Mia cara comare BiancaLuna, io e te siamo silenziosi testimoni della storia della nostra amata Italia … –
– Eh compare Ulivo … quante ne abbiamo viste! Ma adesso non è pericoloso raccontare questa storia? Possiamo essere tacciati di “fascisti”… A me non possono fare nulla … ma a te possono anche tagliarti, toglierti di mezzo … sei un “testimone scomodo”…–
– Comare BiancaLuna … bisogna correre il rischio … I giovani devono conoscere anche questo aspetto del Fascismo e capire che ogni governo ha avuto e avrà sempre un lato negativo e un lato positivo …–
– Hai ragione compare Ulivo … i governi sono fatti da uomini e “gli uomini sono esseri imperfetti” … cioè una medaglia con due facce: una buona e una cattiva … Ma a proposito, vogliamo raccontare come andò a finire la storia della sartina Maria Pia? –
– Non andò a finire, perché continua ancora…Vedi dove sono adesso? Prima ero nel piccolo orto di casa di Maria Pia…adesso sono nel grande giardino di “VILLA MARIA PIA”…EH sì, durante la guerra Maria Pia confezionava le divise militari, dopo la guerra riprese il suo antico mestiere, diventando una bravissima e famosissima sarta … Restaurò la vecchia e piccola casa … i suoi figli la ingrandirono … e adesso i suoi pronipoti ne hanno fatto una splendida villa … Anzi le sue nipoti e pronipoti hanno continuato l’opera della loro nonna e trisavola Maria Pia. Adesso è una grande casa di moda “CASA DI MODA MARIA PIA”, in onore della loro coraggiosa e intraprendente bis-bisnonna –
– Invece Guglielmino e Alfonsino, i fratelli di Maria Pia? –
– Alfonsino guarì dalla sua brutta malattia. Andò a lavorare prima come commesso in un negozio di calzature e poi si mise in proprio. Aprì un negozio tutto suo … ma in seguito aprì anche un piccolo laboratorio di calzature… –
–Eh, sì, compare Ulivo … i suoi figli, nipoti e pronipoti hanno continuato la sua opera e adesso il marchio “ALFONSINO” è l’orgoglio del nostro paese … i suoi negozi sono dappertutto, in tutto il mondo. In quanto a Guglielmino … –
– Guglielmino uscì dal Seminario e abbracciò la vita sacerdotale, prendendo successivamente il posto di Don Fernando quando questi volò in cielo. Aprì un laboratorio di arti e mestieri prima per gli orfani e poi per “i ragazzi di strada”, ripercorrendo il progetto di Don Bosco, tanto per capirci. Poi andò in Africa e in India dove conobbe Madre Teresa di Calcutta e, incoraggiato da lei, fondò anche in questi paesi laboratori e scuole di arti e mestieri…Ma anche se lui è volato in cielo diversi anni fa, la sua opera continua, grazie alle nuove generazioni di sacerdoti e missionari… –
– Che bella storia è questa, compare Ulivo…Ma la senti questa musica? Da dove viene? –
– Comare BiancaLuna, mi sa tanto che devi cominciare a metterti gli occhiali…Non vedi? Viene da “VILLA MARIA PIA”. C’è la nuova sfilata primavera-estate 2016… –
– E’ vero compare Ulivo … adesso chiamiamo il nostro inviato speciale Eolo e lo mandiamo lì dentro…e poi ci farà un bel servizio giornalistico, aggiornandoci sullo svolgimento della festa …–
– Ben detto, compare Ulivo … siamo in attesa … che bella nottata! –
FINE
Maria Antonietta Bafile
( 22 novembre 2015 )
Postfazione
Come nasce il racconto
Ho avuto la fortuna di nascere e crescere nel bellissimo e pittoresco Borgo Pacentrano, uno dei borghi della mia amata Sulmona.
Perché bellissimo? Non dal punto di vista estetico, ma per la sua ricchezza sociale e umana … Allora circolavano pochissime auto, non c’era inquinamento, si respiravano odori di animali che accompagnavano i contadini nei campi, di animali domestici che scorazzavano nelle strade del borgo e dei suoi vicoletti … tutt'intorno si diffondevano le vocine squillanti di noi bambini che spensieratamente giocavamo sempre all'aperto, in comunione affettuosa con gli adulti che chiamavamo “zii, nonne e nonni” …
Nelle sere d’estate, mentre i bambini giocavano, “i grandi” seduti davanti agli usci chiacchieravano … raccontavano della giornata appena trascorsa … e raccontavano del passato …
Una storia ricordo che veniva spesso narrata da mia nonna Vincenzina e dalle sue amiche, quella di Maria, la sartina.
– Eh … mo, che la uerre è fenite … tutte a parlà male de Mussolini …
– Nen scurdemmece l’uojie de ricene…la galere e l’esilie pe’ chi nen la penzeve come a jisse!- intervenivano gli uomini
– E’ le vere…però ha fatte tante cose pe’ i fijie nuostre, fijie de puverielle: i libbre de la scole gratis pe’ chi nen teneve i solde … la colonie a lu mare e alla muntagne … e tante cose … –
– E alle fije d’ orfane della Grande Guerra je regaleve la machene da cuce … ve le recordete? –
– Oddie … la machene da cucè Singer … oddije mamme … ve la recurdete Maria, la giuvenette che j’ se murise lu padre … teneve due fratielle e la mamme … jesse cuceve i vestite alla gente ‘nche la machnee da cucè che ieve lassate la bonaneme de la nonne sé … ma po’ j s’eve rotte e nen sapeve coma fa’ pe’terà annanze … –
– Scine scine me la recorde pure jè … ’nche l’aiute de Maistre, Don Ferdinando, screvise ‘na lettera a Mussolini che j mannise a la case la machene da cucè … –
Quanti anni sono trascorsi da allora! Qualche anno fa in libreria rimasi incuriosita dal titolo di un libro: “ LETTERE DA SULMONA…a Sua Eccellenza Benito Mussolini …” scritto dal mio amico ROBERTO CARROZZO, Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Sulmona.
Man mano che lo sfogliavo mi innamoravo sempre di più di questo originale libro: quanta umanità dolorosa vi è racchiusa! Lettere toccanti impregnate di disperazione e di speranze di cittadini di Sulmona e del circondario che si rivolgevano al Duce e a Donna Rachele, come ultima spiaggia, a chiedere aiuto e solidarietà …
E tra queste lettere cosa ho ritrovato? La lettera di Maria, della Sartina …
Ecco … adesso io, bambina di ieri del Borgo Pacentrano, la racconto a voi, miei cari lettori, aggiungendo di mio un lieto fine che perdura fino ai giorni nostri.
Maria Antonietta Bafile
Maria Antonietta Bafile, "accanita sognatrice come ama definirsi", attrice e scrittrice ha pubblicato Sotto i Cartoni edito da Falco Editore, Urlo d'amore edito dalla Booksprintedizioni, Briciole di vita edito da Edizioni Tracce. Nel 2016, insieme alla pittrice Roberta Papponetti ha pubblicato I trabocchi di Roberta per conto della Casa editrice Fondazione Costanza.
Foto: Gentile concessione foto archivio della pagina Facebook "Memories: officina dei ricordi e delle immagini"
Già pubblicato sul sito della casa editrice PAGINE SRL in data 6 novembre 2016