Il culto delle acque: la sorgente di Riparossa del Beato Nunzio Sulprizio di Pescosansonesco

di Silvia Scorrano

 

Un’esistenza condotta nella cristiana accettazione delle umane sofferenze quella del Beato Nunzio Sulprizio, infermo, allontanato dalla fontana del paese per paura che infetti l’acqua, il giovane trova una sorgente a Riparossa ove si reca a sciacquare le bende e la ferita cancrenosa che ha sulla caviglia. L’acqua che diede sollievo al giovane  è oggi venerata nel Santuario edificato in onore del povero garzone. Una grande vasca a forma di barca, posta dietro l'altare, consente ai fedeli di raccogliere il prezioso liquido.

 

Nunzio, nasce a Pescosansonesco il 13 aprile 1817, rimasto ben presto orfano all'età di nove anni viene avviato dallo zio Domenico (detto Mingo) Luciani al mestiere di fabbro. Impegnato nei lavori più duri, il giovane subisce tutto con cristiana rassegnazione. Mandato in un rigido mattino d’inverno ad effettuare una consegna a Rocca Tagliata, in uno sperduto casolare, torna a casa con una gamba gonfia e la febbre alta. Inizia la lunga malattia. Ricoverato nell'ospedale aquilano di San Salvatore viene dimesso dopo tre mesi e dichiarato inguaribile. Tornato al paese, il povero giovane è costretto a vivere di elemosina e a dormire nelle stalle, fin quando, grazie all'interessamento di uno zio paterno, il 20 giugno 1832, all'età di quindici anni, Nunzio viene ricoverato all'Ospedale degli Incurabili di Napoli dove riceve un'adeguata assistenza e approfondisce gli insegnamenti cristiani. Sempre modesto, sia nel vestito sia nel comportamento, porta l’abitino della Madonna al collo e la corona in mano o, quando dorme, legata al polso.  Passa tutto il suo tempo nella preghiera e nel dare sostegno agli altri infermi. La notte, steso sotto il letto, prega sul nudo pavimento: «Debbo fare penitenza dei miei peccati» risponde a chi ne chiede il motivo. Muore a soli diciannove anni, il 5 maggio 1836. Fin dal 1859 Pio IX lo dichiara venerabile, mentre nel 1891 Leone XIII propone Nunzio come modello per la gioventù operaia e ne associa la figura a quella di San Luigi Gonzaga. Viene beatificato da Paolo VI, il primo dicembre del 1963 durante il Concilio Vaticano II, ma nel paese natio, presso la sorgente miracolosa, era già stato edificato un santuario in suo onore.

Le spoglie del giovane Nunzio sono custodite in un’urna nella chiesa di San Domenico Soriano a Napoli.