I segreti delle acque sacre

di Guillaume Giroir

Essenziale per la vita, misteriosa nel suo originarsi, l’acqua non è una semplice risorsa materiale; ospita, se non lo è lei stessa, una o più divinità, ninfe, spiriti, demoni o altre figure soprannaturali. In tal modo assume molteplici funzioni, poteri e virtù. L’acqua sacra può essere purificatrice; è l’acqua che lava i peccati, che santifica. Può essere fecondatrice; a volte è terapeutica, guarisce le malattie del corpo e perfino dell’anima. L’acqua battesimale, a sua volta, fa parte di un rito iniziatico, consente la conversione o l’integrazione nella comunità dei credenti. In alcune ipotesi, l’acqua sacra permette l’accesso ad un mondo spirituale, serve da mediazione tra la realtà terrena e l’aldilà. Benché si mostri il più delle volte benefica, essa può anche causare paura e terrore, o addirittura apparire malefica. Così, in Tibet, il lago Raksastal, sede dei poteri delle tenebre, viene evitato dai pellegrini. Alcune divinità dell’acqua provocano la morte degli uomini. Gli stessi kami, le divinità o spiriti dello shintoismo, incutono un riverenziale timore.

Non tutte le acque sono sacre, e certe acque sono più sacre di altre. Nel panthéon dei fiumi sacri, il Gange e il Giordano figurano davanti ad una moltitudine di fiumi molto più ordinari e anonimi. 

Alcune acque sacre hanno suscitato la nascita e lo sviluppo di città talvolta potenti, di fastosi monumenti o generato, sin dall’antichità, pellegrinaggi ancora oggi praticati. Altre hanno dato luogo solo a modesti edifici religiosi sui quali il passante getta uno sguardo vagamente curioso o indifferente. Può accadere che una determinata sorgente o grotta esista solo nella memoria degli anziani o in qualche archivio polveroso di una biblioteca.

Nel passato le grandi aree culturali hanno attribuito un valore spirituale o religioso all’acqua nelle sue diverse tipologie: sorgenti, grotte, cascate, fiumi, laghi, scegliendole in funzione delle proprie caratteristiche. Ma cosa ne è oggi di questi antichi culti? Tutte queste acque sono diventate sacre in una società preindustriale, profondamente impregnata di fede. Cosa ne è oggi, in un mondo di oltre 7 miliardi di individui urbanizzati o in fase di rapida urbanizzazione, in una società largamente desacralizzata, dove l’individuo si inserisce spesso in una cultura sincretica globalizzata?