Acque sacre e civilità

di Guillaume Giroir

Le acque sono state oggetto di culto presso la maggior parte dei popoli cosiddetti «primitivi». I Maya della penisola calcarea dello Yucatan (Messico), non disponevano di un'idrografia di superficie  ma solo di cenotes (in spagnolo; dz’onot in maya). Pozzi sacri costituiti da acqua dolce sotterranea di una purezza eccezionale, aperture comunicanti con il mondo dell’aldilà, l’Inframundo. Oggetto di culto, in essi venivano gettate offerte e compiuti sacrifici umani. Una particolare venerazione suscitava il cenote di Chichen Itza, dimora di Chac, dio della pioggia. La celebre città maia di Chichen Itza, principale centro religioso dello Yucatan, è stata edificata in prossimità di due vasti cenotes, unica fonte di approvvigionamento della regione. Il nome della città deriva da Chi «bocca » Chen «pozzo» e da Itza  «sorgente d’acqua». 

Anche alcuni dei popoli che praticano lo sciamanesimo attribuiscono un valore sacro alle acque. È il caso degli Jivaros, famoso popolo dell’Amazzonia «riduttore di teste». Gli Jivaros credono negli spiriti protettori o arutam. In Les Jivaros: hommes des cascades sacrées, l’antropologo americano Michael Harner ritiene che le cascate sacre (tuna) siano la casa degli arutam; il pozzo, creato dalla caduta dell’acqua, ne rappresenta la porta d’ingresso a cui bisogna bussare per accedere ad una nuova vita e beneficiare degli spiriti protettori. Nel culto animista, le relazioni tra l’acqua e il sacro sono talvolta molto strette. Il lago Antogo nel Mali è il lago sacro dei Dogons. In esso la pesca è consentita solo una volta l’anno anche in caso di carestia. Effettuata prima della stagione delle piogge, la cattura delle carpe nelle sue acque poco profonde costituisce un augurio di prosperità e un rito purificatorio in grado di eliminare gli spiriti maligni. Nell'Europa pagana, per portare un esempio, il Danubio era ritenuto sacro dai Daci. Ma, molti idronimi ricordano l'origine sacra di alcuni corsi d'acqua: la Saone, per citare un fiume a me caro, deriva da sawk (sacro) e onna (fiume).