Il bagno da Tradizioni Popolari Abruzzesi di Gennaro Finamore

di Silvia Scorrano

Chi più del medico Gennaro Finamore, poteva venire a conoscenza degli usi e delle tradizioni popolari! e volendo rimanere nella tematica dell'acqua dalle tante notizie raccolte e scietificatamente riportate nei suoi scritti - si ricorda che fu amico e collaboratore di Giuseppe Pitrè - abbiamo scelto il bagno. 

Bagno (1). L’efficacia dei bagni dei mari, di fiume e di lago, nelle diverse malattie, è conosciuta e molto apprezzata dal nostro popolo. La folla dei bagnanti, nei nostri luoghi di mare, è fatta specialmente dai montanini; i quali però credono che la bagnature, se non comincia il sollione, non sia efficace.
Al Sangro, le cui acque si tingono in rosso di sangue alcune volte (tré vuót’ all’ anne), durante il sollione, grande è l’accorrere, da tutti i comuni della valle. Il fenomeno dura, ogni volta, circa 24 ore; e in quel tempo gran folla di malati, specialmente di malattie reumatiche e cutanee, gremisce le due sponde e si tuffa nella prodigiosa acqua rósce. – Oltrechè pei dolori, in genere, l’ «acqua rossa» è ritenuta efficace per la cura dell’asma, pàseme, tire de pètte, specialmente dei cavalli e dei bovi; i quali, se affetti da reumi, guariscono sicuramente; se da asma, ritraggono per lo meno gran giovamento (Ate.) .
Anche le acque del Pescara si tingono in rosso. Che cosa è quel rosso? «La Pescara è femmina, ed ha i suoi mestrui come ogni donna. Ma è cattiva, e non c’è da fare a fidanza con essa. Se una donna mestruante va a bagnarsi nella Pescara, o la passa a guado, o altrimenti si bagna in quell’acqua, allorchè è limpida, la Pescare ji si pijje lu mése. Per riaverlo, quella donna deve andare a ribagnarvisi quande la Pescara tè’ lu mése sé’, quando l’acqua è rossa, dicendo: Mo’ che sso’ repassate, aredamme le ‘ngómede, che mmi ti sȋ rrubbate» (Ch.). 
[Il fenomeno del coloramento in rossastro delle acque dei due fiumi, dovuto ad acquazzoni estivi, che nelle alte valli dei medesimi sciolgono ematiti e ocre, aveva dato luogo a credenze superstiziose anche ai tempi dei romani. Nel Pescara, il coloramento avviene se ingrossa il torrente che discende, presso Molina, da Castelvecchio Subequo. Onde dicono: Di estate, se piove nella vallata di Aquila, l’acqua del Pescara è bianca; se piove in quella di Sulmona, l’acqua è rossa]. (C.C.). 
Presso Colledimacine, è un vallone, la cui acqua, dopo il solstizio estivo, a volte, sente di zolfo; e credono allora che contenga del mercurio; ond’è molto ricercata per bagni. 
In Avezzano, molti vanno a prendere il bagno nel bottaccio, a lla refóta, del molino Colonna, già comunale, dove l’acqua è limpidissima. 
Ai laghi e alle fonti minerali, parimenti accorrono in gran numero i nostri popolani, i quali, per secolare esperienza, ne conoscono le virtù e a, preferenza dei signori, mostrano di avere in pregio la roba di casa propria. […]

(1) Per quanto riguarda l’ambito territoriale di diffusione della tradizione il Finamore (p. 4) precisa: 
Quando non fo indicazione di luogo, vuol dire che la credenza, l’uso ecc. sono comunissimi. Facendola, intendo solamente di additare i luoghi dai quali ho ricavato le tradizioni, e non già, com’è naturale, di dar queste come particolari dei luoghi medesimi.
Si riportano le abbreviazione usate dall’Autore nel frammento citato : Ate = Atessa, Ch = Chieti e C.C =Castiglione Casauria.

Fonte: Finamore G., Tradizioni Popolari Abruzzesi, 1898, Sezione dedicata all’Igiene – Medicina – Terapia. Voce Bagno, pp. 122-124.

Gennaro Finamore, medico e demologo, nasce a Gessopalena l’11 agosto 1836. Tra le diverse opere di cui fu autore si ricorda il Vocabolario dell’uso abruzzese (pubblicato dalla casa editrice Carabba di Lanciano nel 1880) un importante documento scientifico che gli valse la nomina, nel 1895, di docente ad honorem di lettere al Ginnasio Liceo di Lanciano. Altre opere di Finamore sono: Canti popolari di Gessopalena (1865) e Tradizioni popolari abruzzesi (1894). Muore a Lanciano il 9 luglio 1923