Acque sacre e divinità
- di Silvia Scorrano
Acque sacre e divinità
Essenziale per la sopravvivenza quotidiana ancor più del fabbisogno alimentare, circondata da un alone di mistero capace d'incutere timore, l'acqua assume un valore sacro.
Essa, insieme al fuoco, alla pietra e agli animali rappresenta lo strumento mediante il quale la fede si manifesta materialmente. La sua sacralità, già presente nelle ritualità pagane italiche e romane, si rinnova con l’arrivo del cristianesimo. Il culto delle acque – specialmente quello delle fonti ritenute curative, dei pozzi termali, delle saline, ecc. – dimostra una impressionante continuità. Nessuna rivoluzione religiosa ha potuto abolirlo; alimentato dalla devozione popolare, finì per essere tollerato perfino dal cristianesimo, dopo le inutili persecuzioni medievali (Eliade, 1966).
La cura del corpo diventa la purificazione dell’anima. Gli stessi riti termali, quali i bagni nell'acqua bollente e fredda, le abluzioni e altro diventano il simbolo dell’espiazione dei peccati. Al contempo, le proprietà terapeutiche delle acque minerali vengono rivalutate attribuendo ai santi quanto i pagani avevano sino ad allora tributato agli dei dell’Olimpo. Molte manifestazioni del sacro, dal ritrovamento di reliquie o corpi di santi al verificarsi di eventi miracolosi avvengono in prossimità di fonti termali.
Le testimonianze sui vari usi dell’acqua, non solo magici e rituali ma anche terapeutici, risalgono al primo millennio a. C.. Nell'Italia nord-orientale, gli Euganei adoravano l’acqua come divinità risanatrice («Reitiia») e ne affidavano il culto a sacerdoti che la distribuivano agli infermi raccolti presso la fonte sacra di Ateste («Este»). Riti ricchi di abluzioni si tenevano anche alle fonti dell’odierna Abano (Acquae Patavinae) ed in prossimità di Làgole (Belluno), come ben testimonia una stele votiva, rinvenuta accanto ad una fonte solfo-ferruginosa (Sechi, 1986).
La continuità cultuale si estende talvolta dall’Epoca neolitica ai giorni nostri.
In Abruzzo, alcuni siti pagani sono stati abbandonanti, per altri si è assistito alla sostituzione della divinità pagana con quella cristiana ed ecco, ad esempio, l'Arcangelo Michele che prende il posto di Ercole; sono simili nell'aspetto e nelle funzioni tutelari delle sorgenti. Templi cristiani sorgono al posto di quelli pagani, spesso sfruttano lo stesso sito, riutilizzano lo stesso materiale da costruzione. Il Cristianesimo per affermarsi sul mondo pagano, ne accetta i luoghi sacri, si limita a sostituirne la divinità. L'acqua che purifica e lava i peccati, ora è un elemento sacro nel nuovo credo. Nella Pasqua si attraversano i fiumi, un gesto di purificazione che sancisce il passaggio.
Dal sud della penisola risalgono alcuni culti, San Cataldo, Sant'Agata, altri scendono dal nord. Giungono notizie di Santi: San Rocco cura e guarisce i malati di peste, è sopravissuto alla malattia vivendo in una grotta. La Chiesa gli riconosce il patronato della peste. La sua storia è traslata in Abruzzo, si sarebbe svolta a Roccamontepiano. Ogni centro gli dedica una chiesa, è fuori dell'abitato, per fermare la peste portata dagli eserciti invasori; ma le chiese di San Rocco sono anche ospizi per il ricovero dei malati, la lontananza è richiesta per evitare il contagio. Sant'Agata patrona del latte, Santa Lucia della vista hanno subito durante il martirio l'asportazione degli organi di cui ora vantano il patronato. Il loro culto risale dalla Sicilia, l'acqua in entrambe le ipotesi diventa l'elemento che consente di intercedere nella grazia. San Francesco più volte attraversa l'Abruzzo, fonda conventi, opera miracolose conversioni, ridona la vista nel miracolo di Baullo. Il Beato Nunzio Sulprizio, esempio di virtù, muore prematuramente per una ferita riportata sul lavoro. Viene riconosciuto come protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro; la sorgente dove si recava a lavare la sua ferita viene considerata sacra.
Una moltitudine di divinità e di acque accorrono in aiuto: Santa Scolastica insieme a Sant’Eufemia, a Sant’Agata e alla dea Bona proteggono la fertilità della donna e assicurano la produzione del latte; San Felice, l'Arcangelo Michele, Sant'Onofrio, Celestino V, la Madonna dello Splendore,... ciascuna con la sua storia e le sue ritualità impreziosiscono le tradizioni abruzzesi.
Bibiografia
Eliade M., Trattato di storia delle religioni, Torino, Einaudi, 1966.
Sechi M., L’Utilizzazione delle acque: un indicatore della qualità della vita nell’Italia Antica, in Arena G. (a cura di), Geografia Medica. Secondo seminario internazionale. Ambiente urbano e qualità della vita, Perugia, Rux, 1986, pp. 91-99.