San Cataldo

di Acque Sacre

Mentre a Palena si venerava l'acqua di San Cataldo, a Sulmona se ne raccontavano di belle sul Santo irlandese...   

XXI.
SAN CATALDO. 

Cataldo era un ladro, come si dice, capato al mazzo; e se la faceva sempre con altri ladri. La moglie sua però era buona, e non cessava di fare prediche al marito, affinchè abbandonasse quella brutta via. E dagli oggi, e dagli domani, Cataldo si veniva cambiando. La moglie raddoppiava il lavoro e faticava di giorno e di notte per non far mancare nulla in famiglia e per persuadere il marito che si poteva tirare innanzi senza le ruberie.
Cataldo, alla fine, fece la santa risoluzione di non andare più a rubare. 
Un giorno, gli altri ladri, suoi vecchi compagni, con belle maniere lo condussero fuori dell'abitato, e l'uccisero; perchè temevano dovesse rivelare alla giustizia i loro furti. Poi portarono il cadavere alla cantina del morto e lo messero per pogginolo sotto una botte di vino. La moglie, in quel mentre, era uscita di casa per le sue faccende. 
Passa un giorno, passano due giorni, ne passano tre, passa una settimana; e Cataldo non tornava a casa. La moglie disse: — Ali! è riandato per quella brutta via ! Gesù Cristo lo possa illuminare! — 
Erano passati tre mesi, e Cataldo non si vedeva. La moglie pensò di vendersi un pò di vino por fare le provviste di famiglia. Vendi e vendi, e il vino non finiva mai. La gente diceva: — Come può darsi che un botticello possa dare tanto vino? — E il vino non finiva mai; tanto che si cominciò a pensare a un miracolo. Tutti gridavano: — Miracolo ! miracolo! — 
Andò il papa con tutti i cardinali in processione alla casa di Cataldo. Visitò tutta la cantina, e non ci fu nulla di straordinario. Mentre stava per andarsene, vide un giglio sotto il botticello. Fu alzato il botticello, e si trovò che quel giglio usciva dalla bocca di Cataldo. Il papa allora gridò: — Cataldo è santo! —

 

Tratta da Antonio De Nino, Usi e Costumi Abruzzesi, vol. IV, Firenze, Tipografia Barbera, 1883, volume IV, pp. 195.

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