I Violenti. Sei novelle napoletane di Gabriele d'Annunzio a cura di Tobia Iodice

di Silvia Scorrano

«La mano informe si distaccava a popo a poco, tra il sangue. Penzolò un istante trattenuta dalli ultimi filamenti. Poi cadde nel bacino di rame che raccoglieva le elargizioni di pecunia, ai piedi del patrono» (L'eroe, p. 121-122). 
L'eroe, di cui abbiamo riportato in tutta la loro crudezza alcune righe finali, è una delle sei novelle di Gabriele d'Annunzio raccolte da Tobia Iodice in "I Violenti. Sei novelle napoletane". Scritte dal Vate d'Italia durante il soggiorno a Napoli e pubblicate in due volumetti, stampati in pochi esemplari, ora tornano ad essere nuovamente disponibili. Profondo conoscitore di d'Annunzio, Iodice ne Il Vesuvio e la Fenice, una corposa introduzione al volume,  offre al lettore la possibilità di entrare nella vita privata e artistica di un uomo da "il vivere inimitabile". Giunto a Napoli alla fine del mese di agosto del 1891 per rimanervi qualche giorno in compagnia dell'amico fraterno Francesco Paolo Michetti, lo scrittore pescarese vi si trattenne ventisette mesi, un periodo definito dal nostro Iodice straordinario per l'arte e la vita di Gabriele d'Annunzio, "due anni di splendida miseria" in quella che al tempo era una città moderna, cosmopolita e di elevatissimo livello culturale. 
Tralasciando l'impetuosa vita sentimentale di d'Annunzio che lo vedeva costretto ad abbandonare Napoli insieme alla principessa Maria Gravina, il Vate d'Italia, mosso da necessità economiche, nell'ottobre del 1892  pubblicava i due volumetti in 18°: I Violenti - nel quale erano raccolti La morte del duca di Ofena, La madia e Il martire - e Gli Idolatri, con  Il fatto di Mascalico, L'eroe e Mungià, rispettivamente numero 18 e 19 della collana "Collezione Minima",  curata da Luigi Pierro, nella quale vennero ospitati anche autori del calibro di Benedetto Croce e Antonio Fogazzaro.  
Il filo conduttore di tutte e sei le novelle, definite dallo stesso d'Annunzio "energiche e originali" è la violenza  una sorta di primordiale divinità pagana, che si manifesta in maniera cieca irrazionale, spietata (Iodice). E sull'originalità si sofferma anche il nostro curatore visti i pesanti debiti che quelle storie avevano  con diversi "contes" di Flaubert, Zola e Maupassant... 
L'Abruzzo, con il suo dialetto, fa da scenario comune a tutte le novelle, una terra indefinita, atemporale, priva di coordinate spaziali precise. Una terra dominata dalla superstizione, dove gli abitanti sono posseduti da forze misteriose, da una violenza primordiale e segreta...«Il coperchio scricchiolava, penetrando nella viva carne della nuca, schiacciando le canne della gola, pestando le vene e i nervi, finchè non penzolò dalla madia un corpo inerte, che più non dava alcun tratto» (La Madia, p. 71). Attraverso questi racconti d'Annunzio, osserva giustamente Iodice, assicura al lettore un viaggio nei territori più nascosti e primordiali dell'animo umano. 
 

 Autore: Gabriele d'Annunzio. A cura di Tobia Iodice
Titolo: I Violenti. Sei novelle napoletane 
Edizioni: edizioniCentoAutori 
Formato 12x18
Pagine: 144 
Anno: 2016 
ISBN: 978-88-6872-067-4